Io desidero che tu prosperi in ogni cosa, che tu goda buona salute, così come prospera la tua anima (3Gv2)1 Tavola di Studio e Confronto2 Testimonianze di Fede e Guarigione3 Preghiera di Intercessione4 Video-Corsi di Form-Azione5 Preghiera e Arte6 Consulenza Skype7 Ebook di Form- Azione Spirituale8 Mp3-Risorse Audio9 Dio ama chi dona con gioia10

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Mi sono chiesta e mi chiedo tante volte cosa sarebbe stata la mia vita senza la presenza di Dio. Oppure cosa sarebbe la mia vita senza avere la certezza che Dio mi aiuta,che è sempre dalla mia parte. “Se Dio è per noi chi sarà contro di noi”?(Rm.8,31)

Dio ha preparato il meglio per me e vuole che io sia felice. Sono passati tanti anni dal giorno che Gesù ha toccato il mio cuore con il Suo amore e attraverso questo articolo voglio ringraziare prima Dio e poi tutte quelle persone che mi testimoniarono il fatto che anch’ io avrei potuto conoscerlo personalmente e che la mia vita sarebbe cambiata con Lui. Sono dispiaciuta per quelle persone che sono lontane da Lui, non lo conoscono e non sanno quanto Gesù li ami e quanto bene vuole fare per loro.

Persone disperate, sole, che soffrono nell’ anima e nel corpo. Eppure per tutta l’umanità c’è una via d’uscita, e l’unica Via è: Gesù. Ma se nessuno glielo dice come verranno a saperlo? Ecco perché è fondamentale l’evangelizzazione. Proclamare agli altri la grandezza di Dio, dirgli del sacrificio di Gesù sulla croce, che la loro vita può essere trasformata interamente, che la disperazione diventa speranza per tutta l’umanità. Con questo articolo voglio dire grazie a coloro che mi parlarono di Gesù e grazie a tutti coloro che ogni giorno dedicano la loro vita, il loro tempo, le loro preghiere per far conoscere Gesu’. Il Signore li benedica!
Scopriamo insieme le 9 Regole per essere veramente Felici , per prima cosa dobbiamo capire veramente cosa ci può rendere felici, tutti direte i soldi e il successo, è provato scientificamente e socialmente che successo e soldi non equivale ad ESSERE FELICI .
Ma allora COSA SERVE PER ESSERE VERAMENTE FELICI..
Che ne dite immergetevi in questo articolo e lo scoprite, forse è più semplice di quanto voi pensiate...
Da studi fatti sulle persone felici sono state state riconosciute queste 9 caratteristiche comuni che possono diventare delle vere e proprie regole da rispettare per raggiungere la VERA FELICITÀ.
Mi sono ispirato a una parte di una poesia di Cesare Pavese " Lavorare Stanca", che qui di seguito vi propongo..
Ma oltre all'ispirazione ricevuta dalla poesia, le altre fonti di ispirazione sono arrivate dal mondo che mi circonda; molte volte osservo le persone, la nostra società, il nostro modo di vivere, comunicare, socializzare, gestire i rapporti umani e interpersonali, per questo ho pensato a un articolo dal titolo Perdersi nell'Infinito...
Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla;

su pascoli erbosi mi fa riposare
ad acque tranquille mi conduce.

Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,
per amore del suo nome.

Se dovessi camminare in una valle oscura,
non temerei alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici;
cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca.

Felicità e grazia mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore
per lunghissimi anni. (Sal 23)
Qualcuno ha detto che l'importante della vita, più della mèta, è  il viaggio. Qualcosa di simile lo troviamo nelle Scritture, dove il nostro Viaggio con Dio, con i suoi alti e bassi è più importante della mèta. La mèta è il punto di arrivo, mentre la vita è il Viaggio.

Questo mi fà ricordare novembre 1988, quando un amico regalò a me e Loira un nastro con l'ultimo disco degli U2 "Rattle and Hum".  Ascoltammo più volte gli splendidi brani contenuti e tra questi ce n'era uno " I Still Havent Found What I'm Looking For" (Non ho ancora trovato ciò che sto cercando" che condivido  oggi.
Inizio questo mio articolo riportando l'intervista al Prof. Alessandro Carrera (ha insegnato letteratura italiana, comparata ed estetica in diverse università degli USA e del Canada) riguardo il Premio Nobel 2016 della Letteratura conferito a Bob Dylan (Robert Allen Zimmerman, nato a Duluth il 24 maggio 1941) “per aver creato nuove espressioni poetiche nella grande tradizione musicale americana".

Bob Dylan è un poeta? Dylan è senz’altro un poeta, ma non dello stesso genere a cui potrebbero appartenere T.S. Eliot o Montale. È un poeta perché ha inserito nel suo medium, che è quello della canzone, tutta la forza della poesia, del simbolismo, del modernismo di fine Ottocento e del Novecento... Certo Dylan è anche un narratore, ed è forse più narratore che poeta: ha scritto dei versi bellissimi, ma soprattutto ha inventato storie e ha inventato un modo di raccontarle in canzone. Ha preferito creare delle situazioni allusive o, certe volte, circolari, in cui la storia, una volta sentita, ci lascia sempre qualcosa di non ancora spiegato, ci fa venir voglia di riascoltare la canzone, perché non ci ha detto tutto al primo ascolto.

Nell’immaginario di Dylan quanto è forte l’influenza dei testi biblici? Dylan è sempre stato un lettore della Bibbia, per alcuni anni l’ha considerata una fonte letteraria di metafore e suggestioni. Poi ha avuto una conversione verso una forma di cristianesimo evangelico americano, che è durata un paio d’anni; quindi ha avuto un ritorno alla fede ebraica e attualmente il suo rapporto con la religione è mediato nelle forme di religiosità della canzone popolare. La Bibbia è il grande codice della narrativa occidentale, serbatoio della storia della caduta e della redenzione. Dylan non sfugge a questa strategia di caduta e redenzione, la sua opera potrebbe essere letta come una sorta di ripetizione della Bibbia, una grande storia di ritorno al paradiso perduto (fine)

A mio parere il Nobel per la poesia andrebbe alla Bibbia, a Dio. E' Lui, tra le altre cose, il Poeta per eccellenza. Basta leggere i Salmi o i Libri Sapienziali delle sacre Scritture e trovarci vette liriche irraggiungibili. Per questo non mi stupisco del fatto che tanti poeti e non solo Dylan, abbiano da sempre attinto più o meno direttamente dalle fonti bibliche l'ispirazione per tradurre in arte, non solo poetica, ma anche visiva e musicale la loro espressione più intima.
Ho ricevuto recentemente questa mail da una lettrice del blog:

" Dopo aver letto l'articolo sul blog - Il potere perverso delle tradizioni umane- faccio queste considerazioni. Io faccio fatica a pensare ad un Gesù così poco amorevole verso le persone che a Lui si rivolgono per avere ascolto, amicizia, guarigione o aiuto in generale. Davvero tu pensi che oggi Gesù si rivolgerebbe alle persone con toni così freddi distaccati e maleducati? Non troverei compassione alcuna in un Gesù così e anche se condividessi ciò che va insegnando non so se lo seguirei fisicamente … pur non allontandomi dal Signore . Penso che il modo di dire le cose e la compassione che abbiamo verso chi ci sta di fronte valga moltissimo e tanto possa fare nel cuore delle persone stesse .... A mio avviso il modo che usiamo per dire le cose fa sempre la differenza "

Così le ho risposto, tolti i convenevoli personali:

E' vero, il modo fa la differenza. Proprio per questo credo che i vangeli ci insegnino che Gesù ha usato (quando necessario) delle parole e dei gesti forti, anche violenti (perchè credo che la misericordia vera possa giungere a modi estremi e forti per scuotere). Riflettiamo insieme su questi brani, anche per vedere se sono degli "episodi" sporadici.

Non ti sembra che sia passata l'idea di un Gesù così misericordioso da non potersi più esprimere così:

"Serpenti, razza di vipere, (non proprio modi dolci) come scamperete al giudizio (e la misericordia?) della geenna?" (Mt 23,33)?
Il termine tradizione (dal latino traditiònem deriv. da tràdere = consegnare, trasmettere) può assumere diverse accezioni, fortemente interrelate. E'  sinonimo di consuetudine (spesso è utilizzata in tale senso la definizione "tradizioni popolari  intendendo la trasmissione nel tempo, all'interno di un gruppo umano, della memoria di eventi sociali o storici, delle usanze, delle credenze religiose, dei costumi.

Volevo qui soffermarmi sulle tradizioni umane a livello religioso. Poniamoci una domanda: essendo tradizioni religiosi consolidate nei secoli e accettate dai più, sono necessariamente buone? A questo proposito lasciamo rispondere il Maestro dei Vangeli:

Così avete annullato la parola di Dio in nome della vostra tradizione. Ipocriti! Bene ha profetato di voi Isaia, dicendo: Questo popolo mi onora con le labbra ma il suo cuore è lontano da me. Invano     essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini» (Mt 15,6-9) ...
La parola greca che traduciamo come pigrizia è accidia, ἀκηδία (a = assenza kedos = di attenzione), il che vuol dire indifferenza o negligenza. La pigrizia si esprime con “non mi importa” e trasmette tristezza anziché gioia o entusiasmo per le cose di Dio. Una sorta di letargo, una noia per la quale sembra di non poter provare alcun interesse, energia, gioia o entusiasmo per i doni spirituali. Le persone pigre possono essere entusiaste di molte cose, ma Dio e la fede non sono tra queste.

Anche a livello sociale ci sono molte manifestazioni di pigrizia. Le due più comuni nel mondo moderno sono il secolarismo e il relativismo. Il secolarismo è una forma di pigrizia perchè abbiamo tempo e passione per tutto ciò che non è Dio. Siamo affascinati da molte cose del mondo, ma annoiati e tristi (ovvero pigri) per le cose che riguardano la vita spirituale. Dov'è la gioia? Dov'è lo zelo? Dov'è la fame di Dio? Il relativismo sostiene l'idea che non esista la verità assoluta e molti di coloro che lo praticano si rallegrano per la loro “tolleranza” e “apertura mentale”. Pensano al proprio relativismo come a una virtù. Spesso, però, il relativismo è semplicemente pigrizia camuffata da tolleranza. E' una via d'uscita facile perchè se non esiste una verità, allora non sono obbligato a cercarla né a basare la mia vita su di essa....
L’educazione deve avere come presupposto una grande fiducia verso la persona ed un profondo rispetto per la sua coscienza. La fiducia nasce dalla consapevolezza che ogni persona ha in sé la potenzialità di diventare “una personalità” sia in campo umano che in quello spirituale e dalla speranza che tale potenzialità possa crescere ed emergere. Il rispetto della coscienza nasce dalla consapevolezza che ogni persona è “diversa” l’una dall’altra e che diverso non significa né inferiore né superiore, ma la diversità è cosa molto buona perché ognuno può attingere dall’altro le qualità migliori per arricchire sé stesso, perché in ognuno c’è qualcosa di prezioso che non c’è in nessun altro. Le persone sono ineguali per natura e pertanto non bisogna cercare di renderle uguali perché è la diversità degli uomini, la differenzazione delle loro qualità e delle loro tendenze che costituisce la grande risorsa del genere umano. L’universalità di Dio consiste nella molteplicità infinita dei cammini che conducono a Lui,  ciascuno dei quali è riservato a quel singolo uomo....
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